giovedì 21 febbraio 2008

Trattatello di macroeconomia futuribile applicata

Io abito in un appartamento. Non ho il giardino. E non possiedo neanche campi, prati, pascoli, paludi, boschi, steppe, niente. E comunque sono di Sarzana, e quindi è probabile che anche se avessi un pezzetto di terra il discorso che sto per fare non mi si applicherebbe ugualmente.
Però.
Poniamo il caso che io disponessi di un qualche appezzamento di terreno in un qualche Paese del Medio Oriente. Un posto di quelli dove basta tirare un colpo di zappa un po' più forte e sbuca fuori il petrolio.
Io quel petrolio lì me lo terrei.
Cioè, in questo periodo un barile di petrolio costa intorno ai 100 dollari, che secondo quanto dicono in giro non è poco. Ma se fosse mio, col cavolo che lo venderei per 100 dollari. Lo lascerei lì dov'è, buono buono, tanto non va mica a male. Li lascerei raccontare la favoletta dell'idrogeno, gli direi: "Bravi, avete fatto l'automobile a idrogeno, siete dei grandi; ora però, gentilmente, fatemi anche il camion, il trattore, la locomotiva, il carro armato, l'elicottero, la nave e l'aereo a idrogeno, poi ne riparliamo", e aspetterei che l'unico petrolio disponibile sul pianeta fosse quello sotto al mio orticello. A quel punto per 100 dollari gliene vendo una boccettina piccina piccina picciò, altro che un barile.
Ora però, gentilmente, non andate a dirlo in giro, ché domani devo fare il pieno al Pandino...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Se avessi una cisterna di petrolio coperta da un sottile strato d'orto inizierei a vendere il liquido scuro il più velocemente possibile godendone i frutti con le 27 donne del mio harem.

Lo scenario che prospetti è in realtà il ragionamento che potrebbe fare una formichina non troppo intelligente. Mi spiego. Nonostante mi trovi d'accordo con te nel supporre che i cambiamenti portati dalle nuove fonti energetiche saranno lenti e che quindi sarà possibile riuscire a vendere l'unto del tuo impalpabile orto nel momento migliore, mi rimane però il dubbio su chi farà il prezzo. Tu con la tua zappa in mano o Bush con il suo missile termonucleare puntato sulla tua tempia?

Anonimo ha detto...

Buonasera.

Mi scuso per la non pertinenza del mio intervento, ma vorrei fare una richiesta.

Webmaster, potresti pubblicare un articolo in cui parli (alla tua maniera, alla Gene Gnocchi) della polvere che si accumula nell'ombelico?

Grazie per l'attenzione, comunque vada.

Anonimo ha detto...

Ciao Gilo, grazie per il consiglio, lo terrò presente in caso qualche giorno trovassi un giacimento. Lo so che non c'entra molto, ma potresti spiegarmi che cosa rappresenta il grafico che proponi in fondo al post? Che cos'è, il consumo previsto di petrolio e altri combustibili? Il titolo parla di "depletion", ossia diminuzione, ma in che senso?

Grazie a te o a chiunque altro sia in grado di soddisfare la mia curiosità.

Saluti & S.

Alessandro Gilardi ha detto...

@Bongio:
Non lo so, mi piacevano i colori, ma credo che "depletion" significhi più che altro "esaurimento", in un senso abbastanza chiaro.

@Errebì:
Ringrazio vivamente per lo spunto di riflessione, ma temo di non essere in grado di produrre elucubrazioni dignitose su argomenti di così elevata levatura. Cionondimeno, ricordo a te e a tutti i visitatori del blog che sarei lieto di poter pubblicare un eventuale loro contributo sull'argomento (e non).

@Condoliza:
Puppa!!!

Anonimo ha detto...

Considerando che dal grafico si intuisce che almeno fino al 2050 la scarsità di petrolio nn sarà un problema per chi ha soldi, come stati economicamente forti e le loro forze armate, e che tu hai già i tuoi 28/29 anni e che nel 2050 ne avrai circa una 70ina; detto questo, come pensi di goderteli i milioni di milioni che ricaverai in vecchiaia dalla vendita della tua boccettina piccina picciò?