martedì 29 luglio 2008

Poteva essere serio

Stasera avrei voluto scrivere un post serio, per una volta. A dir la verità avevo anche cominciato a buttarlo giù, poi ho cancellato tutto: non sono neanche tutti fatti miei, figuriamoci vostri.
E' che, sapete, sono successe diverse cose, negli ultimi tempi. Non a me, almeno non direttamente, almeno non ancora. A gente che mi sta intorno. Non è morto nessuno, come si dice in questi casi, però non è che il pensiero che c'è chi sta peggio debba essere sempre necessariamente una consolazione.
Ma insomma, cos'è successo?
Per sommi capi, e in ordine rigorosamente cronologico: una persona che conosco da un po' ha avuto qualche problema affettivo, un'altra persona che conosco (certo non da una vita ma la conosco, e in ogni caso una persona, comunque la si tratti) ha avuto qualche problema lavorativo, e un'altra persona che ho la fortuna di conoscere ha avuto qualche problema, diciamo, sociale. E io, in tutto ciò? Io niente, solita roba, continuo a fare le mie solite cazzate e tra una e l'altra vado avanti, ma non sono sicuro che niente nuove siano sempre buone nuove. Per un po' forse, ma dopo ci si stufa. E per dirla tutta c'è anche la possibilità che tra un po' le nuove arriveranno e che dopo si rimpiangerà quando non c'erano.
Tutto ciò per dire cosa? Che questo poteva essere un post serio. Ma non lo è. E' solo un altro post brutto. Peccato. Sarà per la prossima volta, forse.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Gilo, la mia isteria si spreca x i discorso "LAVORO". Lo stress si accumula inverosimilmente, che tristezza infinita!

p.s. ero io vero quella che ha problemi di lavoro? Sennò mi unisco a questo post che sa molto di un avvolgente abbraccio.

Alessandro Gilardi ha detto...

No, non eri tu. Ho letto anche di te e naturalmente, per quello che può contare, mi dispiace, ma qui si trattava di un mio ormai ex collega, mandato via in un modo che mi pareva talmente incredibile che non ci ho creduto e quindi ho fatto una delle mie solite cazzate. Come ho scritto in un commento al post precedente, siamo in diversi a essere precari. Che bella consolazione, eh?

Anonimo ha detto...

Ma dai che non ti lasciano a casa!!!!

Anonimo ha detto...

io ti ci avrei già lasciato considerando la tua scarsa produttività!

Anonimo ha detto...

IL GILO NON è INTEGRATO!!!

Anonimo ha detto...

Capisco quanto sia difficile integrarsi, sia nel mondo del lavoro che nel connettivo sociale. La nostrà diversità ci rende orgogliosi ma a volte soli.
Vero è, che il webtentore di questo blog è persona di alto profilo che ha iniziato la sua carriera universitaria con 100 e terminata con 110, nella più assoluta modestia e riservatezza. Qualcosa lo ferma dall'osare: la ricerca di certezza è fonte di precarietà, la consapevolezza di saper essere estramamente flessibili è segno di stabilità.
C.

Prince ha detto...

Gilo, pensa alle cena alle quali non hai partecipato e capirai che ormai la tua integrazione è un miraggio... :-)