domenica 22 maggio 2011

Un abbonato ha sempre un posto in prima fi

Non sempre una nuova invenzione genera un nuovo oggetto. Talvolta si inventano anche delle idee, dei concetti, magari verificabili e brevettabili con minor facilità ma altrettanto, se non addirittura maggiormente, influenti sulla vita di chi se ne avvale e dell'umanità nel suo complesso. Penso ad esempio alla politica: qualcuno, prima o poi, ha inventato i concetti di dittatura, democrazia, mafia e via dicendo. E queste invenzioni si sono diffuse. Ma anche limitando l'osservazione alla vita quotidiana dei singoli gli esempi non mancano. Per dire: negli ultimi tempi, come qualcuno tra i lettori più attenti avrà forse intuito, prendo spesso il treno. Quasi sempre sulla stessa tratta. E quindi non acquisto biglietti di corsa semplice ogni volta, ma faccio l'abbonamento. Ebbene, il concetto di "abbonamento" l'avrà pur inventato qualcuno. Ed è stata una buona idea, la sua. E infatti si è diffusa con successo in diversi settori. La corriera, la palestra, le riviste, il teatro, la televisione. Ma la diffusione delle buone idee (la democrazia, l'abbonamento) andrebbe favorita, sostenuta, agevolata. Magari pacificamente, finché possibile, però di certo in un modo o nell'altro andrebbe incoraggiata ed estesa a nuovi ambiti.
L'autostrada, ad esempio. Uno che, per lavoro o per le sue ragioni, dovesse percorrere spesso il solito tratto di autostrada, potrebbe pagare un tot al mese ed essere libero di percorrere quel tratto (e solo quello) senza limitazioni. Basterebbero dozzinali modifiche al software che gestisce i Telepass o le Viacard, o banalmente un apposito tagliando da mostrare al casellante insieme al biglietto di ingresso. Facile e conveniente.
Ma anche McDonald's, per dire una catena diffusa capillarmente sul territorio e da sempre attenta alle ultime evoluzioni tecnologiche e sociali, potrebbe introdurre forme di abbonamento: in cambio del pagamento di una cifra forfettaria mensile, oppure a seguito di un congruo lascito testamentario, potrebbe consentire ai propri clienti di cibarsi liberamente presso i suoi ristoranti per un mese o finché dura, rispettivamente. Dovrebbero essere studiati e introdotti alcuni vincoli onde scoraggiare i furbastri (obbligo di consumare tutto all'interno del locale, ad esempio), ma sono convinto che l'idea riscuoterebbe il successo che merita.
Ma, facile previsione, il successo maggiore il concetto di abbonamento lo riscuoterebbe se fosse applicato a quella nobile forma di commercio che è tradizionalmente denominata meretricio. Il cliente abituale pagherebbe un tot al mese (sconti speciali per militari e sottosegretari) e potrebbe usufruire fino allo sfinimento dei servigi offerti da signorine di comprovata resistenza e professionalità. Prevedo la vostra obiezione, esperti lettori: uno dopo un po' si stufa, ha voglia di cambiare. Obiezione accolta. Infatti in questo caso la validità dell'abbonamento dovrebbe essere estesa a tutte le partecipanti ad appositi consorzi, o cooperative che siano: l'utente, esponendo l'apposito tagliando (appeso dove? boh, fate voi), potrebbe rivolgersi a suo piacimento a una qualunque delle consorziate o cooperanti (una per volta, eh, però...) e ottenere il servizio che desidera e che gli spetta. Certo, sarebbe necessario un minimo di organizzazione, di coordinamento, e noi italiani sappiamo che non è il nostro forte: ma volete mettere i vantaggi?

3 commenti:

Unknown ha detto...

Gli "abbonati" potrebbero usufruire di sconti anche sull'aquisto di materiale anticoncezionale o addirittura agevolazioni fiscali per gli "abbonati" a basso reddito!!!!

Ila ha detto...

In effetti, come dice uno che la sa lunga, una forma di abbonamento nel settore in questione già esiste. 4 cene e 4 regali al mese sono la base dell'abbonamento. Così dice.

Anonimo ha detto...

Prinsne komà dare studkia! Kasnje TARZANELLO