sabato 8 ottobre 2011

Il semaforo se ne frega


Sarò strano, lo so, ma il semaforo mi sta simpatico. Il semaforo è democratico. Il semaforo quando è rosso è rosso. E quando è rosso bisogna fermarsi, tutti. Quello col Cayenne e quello col Pandino. Certo, uno può anche passare col rosso, ma lo può fare chiunque, quello col Cayenne come quello col Pandino. L'eventuale sanzione che viene dopo, magari, non è equa, perché non tiene conto del differente impatto che una multa di pari importo ha sul bilancio di un proprietario di Cayenne e di un proprietario di Pandino. Ma il semaforo, lui, non ne ha mica colpa.
Le rotonde no, non sono così. Alla rotonda quello col Cayenne sgasa e si butta in mezzo di prepotenza e quello col Pandino rimane inchiodato lì, sempre se è così fortunato da non essere stato spalmato sull'asfalto da quello col Cayenne di cui sopra. Al semaforo no, al più quando è verde uno sgomma e l'altro sgomma meno, ma finché è rosso si rimane tutti lì, buoni buoni, zitti zitti.
Già i semafori dei treni non sono altrettanto egualitari, fermano i regionali e fanno passare gli intercity, anche se questo ha già una sua logica. Ma i semafori stradali non guardano veramente in faccia a nessuno, fanno come gli pare, non sentono seghe. E mi stanno simpatici.

1 commento:

asintoto ha detto...

non so se possa centrare, ma da piccola, sicomme mi avevano spiegato che quando il semaforo era verde si poteva passare e quando era rosso no, io da piccola mi chiedevo sempre come facesse il semaforo a sapere quando non veniva nessuno.
(poi ho capito, però.)