giovedì 25 dicembre 2014

C'è chi aspetta la pioggia

C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo, e ciò è noto. Ma talvolta l'attesa della pioggia può essere dovuta a ben altre nobili motivazioni.
Ad esempio.
La minzione, comunemente detta pisciata, è già di suo un'operazione assai piacevole, e tanto più è piacevole quanto più era improcrastinabile, e su questo non c'è dubbio. Ma in ogni caso, anche quando non è assolutamente indispensabile alla sopravvivenza, diciamolo: pisciare è un piacere. I primi centilitri soprattutto regalano brividi autentici, sensazioni piacevolissime, ma durante tutta l'operazione ci si sente viepiù leggeri, liberi e (se si è al mare o in piscina o comunque immersi in un liquido) anche caldi. Tutto ciò indipendentemente dalle condizioni meteorologiche al contorno.
Ma pisciare quando piove, secondo me, è il massimo.
Essere al chiuso del proprio o di un altrui cesso, sentire le gocce di pioggia che battono sui tetti, sul terreno, sui vetri, vedere fuori dalla finestrina quella moltitudine di fili d'acqua che scendono dal cielo sulla terra donandole nuova vita; e tutto a un tratto aggiungere a quell'infinità di minuscoli rivoli il proprio modesto ma significativo contributo. Sommare al monotono brusio delle gocce che s'infrangono al suolo l'irregolare ticchettio (per di più di produzione propria) delle gocce che s'infrangono sulla bianca ceramica del cesso. Sentirti un minuscolo frammento di un mondo sconfinato ma regolato ovunque dalle medesime leggi di natura. Sentirti parte di un tutto, in una parola. Che sensazione meravigliosa. Inebriante.
Tu chiamala se vuoi emozione,
ma non dimenticare lo sciacquone,
o Ermione.

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