sabato 31 gennaio 2009

Falso come una banconota da 3 euro? Non più.

Ci sono gli euro, no? Pochi ma ci sono. Bene. E di euro ce ne sono di tanti tipi, mica ce n'è uno solo. Ci sono quelli da 1 centesimo, 2 centesimi, 5 centesimi, 10 centesimi, 20 centesimi, 50 centesimi, e così via. Mi hanno raccontato che esistono anche i 100 euro, i 200 euro e i 500 euro, e mi fido.
Ma non è questo il punto. Non è il caso di dare la colpa all'euro, stavolta. Un tempo c'erano le lire, e anche allora c'erano le 100, le 200, le 500, le 1000, le 2000, le 5000 eccetera.
Insomma, passano gli anni ma i soldi, quei pochi che ci sono, iniziano sempre con l'1, col 2 e col 5. Tutti.
Ma perché?
E' evidente che la distribuzione sarebbe meno irregolare se esistessero quelli che iniziano col 3 anziché quelli col 2. Qualunque matematico professionista (se leggesse questo blog) saprebbe confermarvelo mediante rigorose dimostrazioni, ma anch'io, nel mio piccolo, ci arrivo. Cioè, si vede anche a occhio nudo che il tutto sarebbe assai più regolare se ci fossero i pezzi da 1, quelli da 2 no, da 3 sì, da 4 no e da 5 sì. E così via: 10 sì, 20 no, 30 sì... Tutto molto armonico.
E invece no: ci sono quelli col 2, che sono subito lì vicino a quelli con l'1, e non quelli col 3. Almeno, per par condicio, ci fossero anche quelli col 4. Neanche a parlarne.
Mica giusto.
Bisogna farci qualcosa. Quasi quasi vado, compro una cartuccia nuova e mi metto a stampare le banconote da 3 euro. Nel frattempo si accettano suggerimenti per le immagini da mettere sulla nuova banconota. Sul lato B, è noto, ci vuole un ponte, e pensavo di cavarmela con la famosa passerella della stazione di Sarzana, che chi non è pratico può vedere mirabilmente ritratta qua accanto in tutto il suo splendore; ma sul lato A?

domenica 25 gennaio 2009

La storia NON ci racconta come finì la corsa

Attenzione: treno in transito al binario secondo tronco ovest. Allontanarsi dalla linea gialla.
Attention please: there will be a train in transit at platform two west.
Queste sono le testuali parole che l'altra sera ho udito pronunciare, con perfetta cadenza, dalla suadente vocina femminile sintetizzata proveniente dagli altoparlanti della stazione di Pisa centrale. Essendo già comodamente seduto su un altro treno fermo su un altro binario non ho seguito il precetto espresso con gentile fermezza dalla giovine, bensì, complice il lieve abbiocco conseguente all'ora tarda, ho cominciato a riflettere. A riflettere su quel treno. Un treno in transito. Ma in transito su un binario tronco. Cavolo. Chissà dove sarà andato, quel treno, dopo essere transitato su quel binario. Perché, è noto, un binario tronco è tronco, pochi discorsi. Finisce lì. O almeno, così sembra a prima vista. Ma chissà. In realtà magari anche un binario tronco conduce da qualche parte. Magari porta anche lontano. Magari più lontano di un binario comune, e più presto. Transitare su un binario tronco, velocemente, senza fermarsi alla vista del paraurti posto al termine dello stesso, potrebbe portare a dimensioni parallele e sconosciute. Basterebbe avere fiducia. Magari, se la velocità del treno in transito è superiore alle 88 miglia orarie, giunto al termine del binario quel treno prosegue la sua corsa nel passato o nel futuro, come in quel tal film. Oppure, alla fine di quel binario tronco, quel treno viene teletrasportato con tutti i suoi passeggeri all'inizio di un altro binario tronco, in qualche altra stazione dove un'altra vocina gentile avrà tempestivamente avvertito gli ignari utenti di allontanarsi dalla linea gialla.
Chissà.
Fosse stato più presto, magari sarei sceso per vedere cosa succedeva. Invece sono rimasto seduto lì, le porte si sono chiuse e sono partito e sono arrivato, sempre rimanendo rinchiuso nel nostro vecchio caro spaziotempo. Per stavolta.

sabato 17 gennaio 2009

Lunga e diritta correva la strada (prima)

La situazione è nota a tutti: state guidando su uno stradone di periferia, largo, dritto, anonimo, deserto, noioso, con un limite di velocità messo lì apposta per essere superato anche da un Pandino col vento contrario. E all'improvviso, proprio mentre entrambe le vostre palpebre stanno simultaneamente cedendo all'abbiocco: TU-TUN! E d'improvviso scoprite che qualche previdente amministratore locale, probabilmente in combutta con qualche lungimirante produttore di ammortizzatori, preoccupato per la nostra incolumità un bel giorno ha piazzato in mezzo al suddetto stradone un bel rallentatore. Uno di quei piccoli dossi fatti di asfalto o di plastica, a bande gialle e nere. Quelli lì. Tutto a norma, per carità. Ma fastidioso alquanto.

Ma ancora una volta, come è avvenuto per il cambio al volante e mille altre diavolerie automobilistiche, la Formula 1 potrebbe comodamente venire in aiuto di tutti noi utenti della strada, sia guidatori che passeggeri. E come? Adesso ve lo spiego.
La velocità eccessiva crea problemi anche in Formula 1, perché magari dopo il rettilineo c'è una curva secca senza vie di fuga. Occorre obbligare i piloti a rallentare. Proprio come sulle nostre strade di tutti i giorni. Ciononostante, si è mai visto un rallentatore in Formula 1? No, per ora mai.
E cosa mettono in Formula 1 in mezzo ai lunghi e noiosi rettilinei per esortare i piloti a diminuire la velocità delle monoposto? Esatto, le chicane.
Ecco la soluzione: basterebbe piazzare una bella chicane al posto di ogni rallentatore. Facile.
Certo, le chicane realizzate esattamente come quelle di Formula 1 non funzionerebbero affatto: mancando i giudici di gara alcuni guidatori potrebbero essere tentati di tagliare di netto la chicane minandone così l'utilità. La soluzione più semplice ed efficace, a mio avviso, sarebbe di costruire, al posto delle classiche chicane rasoterra, fatte con dei semplici cordoli o peggio ancora con la vernice, due bei muraglioni di cemento armato saldamente collocati in mezzo alla sede stradale. Non ci vuole molto. Guardate, ho già buttato giù anche un progetto di massima:
Bello, eh?
In questo modo i guidatori non sarebbero tentati di commettere scorrettezze e sarebbero invogliati a limitare la velocità in maniera netta, senza se e senza ma. Altrimenti, fatti loro. E il viaggio risulterebbe di gran lunga più emozionante, per guidatore, passeggeri ed eventuali spettatori. Vantaggi per tutti. Soluzione definitiva.

domenica 11 gennaio 2009

Saluti da Sarzana


18 febbraio 1940 - 11 gennaio 1999

Ciao

martedì 6 gennaio 2009

Smells like teen Panda

Stamani, mattinata dedicata al lavaggio della Panda. Ci son stato due ore, perché se si fanno le cose si fanno per bene, e in realtà non l'ho neanche lavata tutta. In fondo lavare la carrozzeria sarebbe stato un insulto, visti tutti gli ettolitri d'acqua che le sono piovuti addosso negli ultimi mesi e quelli che le pioveranno addosso nei prossimi. Poi è anche una questione pratica, in fondo l'importante è che sia pulita dove mi siedo io, e io generalmente mi siedo dentro. Chi sta fuori che s'arrangi. Insomma, in sintesi:

  • ho aspirapolverato accuratamente il cruscotto e i sedili, davanti e dietro, fin negli anfratti più reconditi, nonché i tappetini;
  • ho pulito mediante spruzzino il cruscotto e alcune delle parti metalliche interne più a portata di mano (mica tutte...);
  • ho disinfettato a dovere il volante e la leva del cambio;
  • ho lavato dall'interno tutti i vetri, con particolare riguardo al parabrezza, nonostante sia un'operazione scomodissima e utile solo fimo alla prima volta che dovrò spannarlo col primo pezzo di robaccia che mi verrà sotto mano;
  • ho lavato tutti i vetri anche dall'esterno, giusto per non lasciare le cose a metà, dando una pulita anche a specchietto, fari e targa;
  • ho lavato il pavimento (uno dei mille vantaggi della Panda è che ha il fondo rivestito in gomma, basta uno straccio e torna nuovo anche se ci vomita il cane; se poi il cane non ci vomita, tanto meglio);
  • ho dato una passata sommaria anche al bagagliaio, più per innato egualitarismo che per altro.

Alla fine ho gonfiato le gomme (tutte e 5), e ho controllato l'acqua e l'olio.
Insomma, per una volta lasciatemelo dire: ho fatto proprio un bel lavoretto. Sembra quasi nuovo, ora, quel Pandino. Sì, ora potete pure venirmelo a rubare.

venerdì 2 gennaio 2009

Nuovo

So che la notizia vi creerà ben pochi turbamenti, ma vi comunico che questo è il primo post che scrivo col computer nuovo. Tastiera nuova, monitor nuovo, mouse nuovo. E' anche, evidentemente, il primo post del nuovo anno. Tutto molto nuovo.
Tutto?
No, non tutto. Qualcosa di non proprio nuovissimo c'è, ed è l'autore di questo post, cioè, per dirla in altre parole, sono io. Sono un po' meno nuovo dell'anno scorso, molto meno nuovo di qualche anno fa, e me ne sono accorto. Me ne sono accorto di recente, proprio a cavallo di Capodanno, quando si è trattato di dormire (o provare a farlo) sul pavimento per due notti. Forse sarà stata colpa del materassino cinese progettato per le dimensioni dei cinesi ma decisamente insufficiente a contenermi tutto intero, o forse avrà contribuito anche il piumone usa-e-getta malamente adattato a sacco a pelo, o il russamento pesante del peraltro gentilissimo padrone di casa, non so ma sta di fatto che finora nel 2009 ho dormito ben poco. Si vedrà. Buon anno. Nuovo.