sabato 28 marzo 2009

Sono un coglione.

Ho appena finito di guardare Shining. Ce l'avevo lì pronto da un po' e non l'avevo mai visto, non senza qualche buona ragione. Oggi, dato che è brutto tempo, mi son detto "quasi quasi mi guardo un film", e poi mi sono aggiunto "e già che ci sono quasi quasi attingo alla produzione del Genio", e così ho fatto. Gran bel film, intendiamoci, il Genio è sempre lui: ma non ci voleva. Sono uno sensibile, sapete. E già dormo poco per banali questioni di orari, ci mancano anche gli horror. E mi voglio vedere la prossima volta che mi ritrovo in un qualunque corridoio di un qualunque albergo. E di gemelle per un po' non ne voglio sapere, fossero anche le Kessler. E per scegliere il prossimo film altro che registi, si va in ordine alfabetico, ve lo dico io. E dopo Shining cosa c'è? Shrek terzo. Manco a farlo apposta.

mercoledì 11 marzo 2009

Chimmi pigghi, puu culu?

Alcuni/e dei/lle miei/e più affezionati/e e attenti/e lettori/rici sostengono che su questo blog la percentuale di post aventi come argomento, o comunque pretesto, il treno o in generale il vasto settore del trasporto pubblico su ferro sia divenuta negli ultimi tempi un po' troppo elevata. Trattasi di critica accettabile e a prima vista condivisibile: ma ditemi voi come si fa a non scriverne. Il treno, la ferrovia, le Ferrovie (quelle dello Stato, Ferrovie per antonomasia) costituiscono una ricchissima miniera di argomenti per post, quasi a ogni viaggio si potrebbe trovare un nuovo spunto di ispirazione, e se il mio gentile pubblico considerasse che faccio almeno 10 viaggi ogni settimana potrebbe facilmente calcolare il numero di post di argomento ferroviario che in realtà gli vengono risparmiati. Ma a volte proprio non si può.
Per esempio.
Oggi sono salito su una carrozza sottoposta di recente a blandi interventi di restyling. In particolare, le fodere in tessuto dei sedili, sia degli schienali che delle sedute, erano state da poco sostituite con altre belle nuove. E si vedeva. Da ognuna delle due sezioni in tessuto di ogni sedile fuoriusciva infatti una piccola etichetta bianca. Era proprio cucita alla stoffa, un po' come le normali etichette dei vestiti; senonché era rivolta verso l'esterno, in modo tale che tutti i passeggeri ne potessero leggere e apprezzare il contenuto. E qual era il messaggio scrupolosamente apposto su ciascuno di tali cartellini? Era il seguente:

ANTIBATTERICO
ANTIMACCHIA
Ora, a meno che tra il mio fedele e attento pubblico vi sia qualche alto dirigente delle Ferrovie, immagino che voi tutti conosciate i treni, e i treni regionali in particolare, e i loro sedili, e le disgustose condizioni igienico-estetiche in cui versa la maggior parte di essi. E costoro ci mettono delle etichette in cui certificano che quei sedili, pezzati più di mucche olandesi e contenenti un numero di esseri viventi per centimetro quadrato maggiore di quello presente in un ettaro di lussureggiante foresta pluviale, sono invece antibatterici e antimacchia. E lo ripetono in ogni elemento imbottito di ogni sedile, giacché, com'è noto, qualunque cosa ripetuta un numero sufficiente di volte diventa automaticamente vera.
E io non dovrei neanche scriverci un post sopra?

giovedì 5 marzo 2009

Meravigliosamensa

Anche alla mia ormai veneranda età la vita riesce ancora a riservarmi delle sorprese. Certe cose che non ritenevo possibili accadono invece di tanto in tanto inaspettatamente, lasciando in me un senso di fanciullesco stupore e di fremente attesa del prossimo episodio tale da farmi nuovamente provare una simile sensazione di meraviglia.
Ad esempio, proprio ieri.
Era l'ora di pranzo, mi trovavo in mensa, un'onesta ma comunissima mensa priva di qualsivoglia velleità culinaria, e mi apprestavo a scegliere la pietanza che avrebbe costituito il mio secondo. Di fronte a me, tra gli altri, un invitante vascone ricolmo di nutriente spezzatino con patate. Conservavo ancora ben impresso nella memoria quanto accadutomi due giorni prima, ovvero lo scorso lunedì: al cospetto di un analogo vascone di spezzatino al pomodoro ero stato avvertito dai miei solerti colleghi della sospetta somiglianza tra i succulenti bocconi che componevano il medesimo e gli appetitosi cubetti di carne che, opportunamente infilzati in un apposito stecco ligneo, erano stati serviti sotto forma di spiedini il giovedì della settimana precedente. Incurante dei loro saggi consigli avevo preso una porzione di quello spezzatino, salvo poi rendermi conto quando ormai era troppo tardi che ognuno di quei brandelli di carni animali presentava, al centro, un foro perfettamente compatibile con quello prodotto dallo stecco di uno spiedino. Non serviva un anatomopatologo per rendersene conto, una volta seduto al tavolo: ma a quel punto, come si suol dire, chi ha avuto ha avuto.
E così si arriva a ieri. All'invitante vascone ricolmo di nutriente spezzatino con patate. Questa volta, pensiamo io e i miei colleghi, non può essere lui. Questa volta è diverso. Deve. Non è possibile che oggi, mercoledì, ci sia lo stesso spezzatino di lunedì, ovvero gli stessi spiedini di venerdì. No, cribbio, non può essere.
Poteva, invece.

martedì 3 marzo 2009

Marciume

Retromarcia, prima, seconda, prima, seconda, terza, quarta, terza, quarta, quinta, quarta, quinta, terza, quarta, seconda.
Ci stavo riflettendo proprio stamattina: salvo (rari) casi di forza maggiore, tutti i giorni, tutte le mattine, nel viaggio di andata, metto le stesse marce negli stessi punti. O quasi. Sì, ci sarà qualche metro di differenza in base alle condizioni atmosferiche e al traffico, ma i punti dove si cambia sono più o meno quelli, e le marce che si mettono sono più o meno quelle, c'è poco da fare. Come su un circuito di Formula 1, ma con la Panda e alle 8 del mattino. Il viaggio di ritorno, sì, è un pochino più vario, ma l'andata la potrei quasi automatizzare.
E allora?, obietterete.
Niente, così, per dire.

Però non lo so mica se è tanto un bel lavoro.