venerdì 29 gennaio 2010

Fazius 2.0 o quasi

No, non è tornato Fazius. Magari. Fazius era Fazius. Come certamente voi affezionati lettori saprete a menadito,  Fazius era un mio ex collega, degno protagonista di svariati post dei tempi che furono, in alcuni dei quali magnificavo la munificenza che egli manifestava donandomi gratuitamente leccornie di varia natura che prelevava in mensa ma che per qualche ignota e irrilevante ragione non consumava. Quello era Fazius. Un signore. Un signore della Magna Grecia, terra di storia e di cultura. Questo no, questo è un anonimo selezionatore di soluzioni, originario della provincia pisana profonda, dai modi talora discutibili, come oggi, per esempio. Oggi costui ha avuto l'insolenza di farmi notare che lui non l'ho mai ringraziato pubblicamente a mezzo post. Che è vero, in effetti. Avrei dovuto (dovrei) ringraziarlo perché per un certo numero di volte, tra cui oggi, profondendo sorrisi e occhiolini e mezze battute e chissà quali promesse alle generose addette alla ristorazione, è riuscito a ottenere una razione doppia di contorno, o di frutta, e siccome è uno che dice di stare attento alla linea (a non oltrepassarla quando arriva il treno, a occhio) me ne ha offerta una. Che è anche vero, intendiamoci. Tipo, oggi a causa sua ("grazie a lui" mi pare onestamente eccessivo) ho trangugiato due abbondanti porzioni di cavolfiore bollito, pari per l'esattezza a tantissimo cavolfiore bollito, con effetti su cui, con permesso, sorvolerei. Però è innegabile che se non c'era lui ne mangiavo solo una, e che la verdura fa bene eccetera eccetera, e quindi a quest'ora nonostante la villana richiesta esplicita di un post di ringraziamento (ohibò) quel post se lo sarebbe quasi meritato. E quindi gliel'ho scritto. Però c'è poco da fare, non ci sono più i Fazius di una volta. Eh no.

giovedì 28 gennaio 2010

Di quale partito sei?


Mo me spiego. Non sono troppo intelligente da parlare di politica perciò questo post, nonostante il titolo, è un post estremamente frivolo come me.
Prima di scrivere voglio fare una premessa. Gilo ti amerò per sempre se leverai la moderazione ai commenti altrimenti sappi che mi divertirò a scrivere tutte le lettere dell'alfabeto sul tuo prepuzio, con un fil di ferro. :)
Veniamo al post.
Ultimamente tra amiche c'è conflitto perchè ci sono due schieramenti.
Primo partito: partito di quelle single o che vogliono fare le uscite senza gli uomini,perchè se siamo donne e siamo giovani e non ancora mamme possiamo uscire anche senza portarci figli e mariti/fidanzati addietro, possiamo ancora sfondarci d'alcool fino a ramazzare al suolo, possiamo ancora fare le giovani sculettando sui tavoli in discoteca, possiamo ancora dimostrare la nostra coerenza rimorchiandoci qualche dominicano perchè siamo di destra, è vero, e quindi due colpi al negro glieli diamo.
Secondo partito: partito di quelle che senza l'uomo non escono mai, perchè noi vediamo il nostro lui solo nel week end e un po' di sano cazzo lo dobbiamo pigliare per sanare l'acidità settimanale, perchè pucci bucci, amore tesoro, triccheeballacche almeno una volta al dì glielo dobbiamo dire perchè "esprimerci" ci fa sentire meglio, perchè intimamente soffriamo della sindrome del granchio attaccato ai maroni.

E allora c'è stata una lite tra partito 1 e 2 dove io mi sono tirata fuori perchè, a me, le beghe piacciono ma se sono di altro tipo. :)
E sinceramente i partiti erano particolarmente agguerriti... e allora accetto qualche consiglio (SE QUEL CAZZO DI GILO LEVA LA MODERAZIONE) per consigliare a mia volta io.
Grazie.


sempre love,
MaryLo

martedì 26 gennaio 2010

Oggi mi viene da pensare che prenderselo nel culo fa male


Oggi mi viene da pensare che prenderselo nel culo fa male. Ecco.
Sarà che io so di per certo perchè me l'ha detto la mia ginecologa che non bisogna prenderlo in culo perchè se uno proprio lo deve fare può prenderlo una volta ogni 3 o 4 mesi e che se lo prende troppe volte alla fine il muscolo sfinterico si indebolisce o addirittura si rompe e quando hai una certa età, quando i tuoi muscoli non sono più quelli di quando eri giovane, perdi la cacca. Inoltre, quando lo piazzi nel culo alla fine puoi trovare l'inquilino e perciò, come insegnano i nostri avi, bisogna sempre suonare il campanello prima di iniziare.
Ora immaginatevi una scena.
"Cara vieni, m'è partito l'ormone, ecco..mi chiedevo hai svuotato l'intestino stasera?

WOW Che romanticheria, sarà che io sono una tipa da luci soffuse, candele, fragole e champagne che senza bollicine (almeno mentali) in quei momenti lì proprio non riesco ma sfido chiunque a eccitarsi con la storia dello svuotamento di intestino.

Si è capito? io sono contro il sesso anale, al solo pensiero sento l'ano frizzare!

C'è chi mi stressa (il mio amico del cuore GionniJr) e mi dice che bisogna difendere la soddisfazione del cosìddetto punto L ovvero dell'orgasmo anale ma, non so come mai :)), io voglio morire senza sapere di che si tratta!!!


Ebbene figlioli mi riviene da pensare che prenderselo nel culo fa male.




Sempre love,
MaryLo



p.s. Gilo, da quando scrivo io i tuoi lettori ti hanno abbandonato. SCUSAMI!!!!!!!

mercoledì 20 gennaio 2010

Malelingue

Tra le tante, troppe cose che nella vita, volere o no, uno non può scegliersi, c'è senz'altro la lingua. Uno nasce e piano piano impara a parlare e poi a leggere e poi a scrivere (sempre in quest'ordine: sarà un caso?) nella lingua dei genitori, che poi generalmente coincide con quella parlata dalla gente lì intorno. E questo perché qualunque linguaggio serve proprio a quello, a codificare le idee in un formato che consenta di capire gli altri lì intorno e farsi capire dagli altri lì intorno, pur con tutti i ben noti limiti del caso. Se ognuno s'inventasse una sua lingua sarebbe un casino, Babele insegna e Pisa, per quanto provi a smentire sostenendo che, lingua o no, se ha da venire storta viene storta, non ci riesce.
Però non è mica sempre stato così. Oggi le lingue sono praticamente stabili, sì, d'accordo, qualche parola nasce, qualcun'altra muore, ma il grosso rimane, c'era e ci sarà. Ma all'inizio no. All'inizio c'era qualche suono gutturale disarticolato, che poi, evolvendosi in maniera diversa alle diverse latitudini (e longitudini), si è sviluppato in miliardi di modi diversi, come sappiamo. Ma il punto è che la storia di questa evoluzione l'hanno fatta le persone. Gli uomini e le donne. Loro, piano piano, sono passati da "gu, ko, ba", a "sole, cuore, amore". Ma ai loro tempi erano liberi. E allora, mi chiedo, chi mai gliel'avrà fatto fare di inventarsi certe lingue? Cioè, basta sfogliare un catalogo dell'Ikea o sentir parlare un extracomunitario al cellulare (e lì ogni volta mi meraviglio di come gli algoritmi di elaborazione numerica dei segnali in uso nei moderni sistemi radiomobili riescano a codificare e decodificare quella roba) e non si può fare a meno di notare come certe lingue, con tutto il rispetto, siano oggettivamente brutte. Cacofoniche, consonantiche, barbariche. Cioè, io capisco chi poco per volta, in generazioni e generazioni, ha generato il francese, il romeno, il sardo, il brasiliano, l'inglese, perfino il giapponese: meno capisco il sadomasochismo di chi poco per volta, in generazioni e generazioni, si è messo d'impegno e ha prodotto il finlandese, il ceco, il turco, il carrarino, ma anche già il tedesco con quelle parole infinite. Hanno fatto del male a loro stessi e a tutti i loro posteri, senza motivo. Eppure.

lunedì 18 gennaio 2010

Le cose che odio di voi


Storiella:
Due amici si trovano in un campo dove c'è un fico maestoso, pieno di frutti e foglie grandissime.
Uno degli amici che chiameremo ICS è proprietario del campo e del fico, IPSILON è, invece, amico di ICS.
Il giorno seguente IPSILON sentendosi autorizzato dall'essere amico di ICS va nel campo, sale su fico e prende un bel po' di fichi per sè e la sua famiglia. ICS lo trova sul fico e gli intima di scendere.
IPSILON, allora, gli risponde " Perchè mi dici di scendere. Io sono tuo amico!!!"
E ICS, accalorato, ribatte " Amico o non amico scendi giù dal mio fico"!!

Che ci vuole insegnare questa storia?
Che siamo tutti buoni ad essere amici ma quando arriva il momento per dare davvero qualcosa di proprio nessuno è davvero in grado di farlo.
Ergo, l'amiciza non esiste.

Altra storiella:
C'è un gruppo di amici, escono tutti assieme, uno è fastidioso per carattere e viene continuamente preso x il culo fino all'esasperazione. Il suo modo di essere, forse, è dovuto al fatto che, magari, nella sua vita ha ricevuto poco amore e per questo è diventato come è diventato.
Che ci insegna questa storia? Che l' amicizia non esiste. Infatti, un vero amico, nel mio immaginario, è capace di ascoltare, di perdonare, di andare a fondo per capire il perchè di vari comportamenti o magari di spiegare con raziocinio e pazienza cosa bisogna fare per cambiare, isolandosi dal GRUPPO appartenente alla categoria homo homini lupus e combattendo, da vero eroe, per cambiare o insegnare qualcosa a quel qualcuno al quale si tiene almeno un pochino.

Conclusioni: io non sono una vera amica se amico vuole dire fare le telefonatine alle feste comandate (compleanni, natale...) nonchè regalini del kaiser, io non sono una vera amica se amico vuole dire ascoltare perennemente le paturnie di un essere vivente lagna, se amico vuole dire porgere l'altra guancia a continui pugni in faccia e travasi di bile però, nel mio piccolo, mi pongo delle domande. E mi chiedo il perchè di alcuni atteggiamenti.

E se una persona non mi piace, non la frequento più e magari non la saluto nemmeno più perchè non conosco sfumature, non sono opportunista. Se, al contrario, la frequento, tutto sommato, tutto sto schifo non mi fa e allora non la insulto aggratis per far ridere una massa di problematiche teste vuote e se devo parlare, perchè è necessario, lo faccio in privato.

Basta dai.

Sempre love,
MaryLo

mercoledì 13 gennaio 2010

Comunicazione agli utenti

Mi son rotto.
Per un po' va bene, faccio finta di niente, scrivo e lascio scrivere, anche perché certi commenti si commentano da soli: ma per un po', però. Ho aperto questo blog, ci ho scritto e continuo a scriverci per buttare lì alcune delle cazzate che mi passano per la testa, tranquillamente, senza casini, senza infamare nessuno, non per dare spazio a qualche stronzo che passa, spara un po' della sua merda e magari neanche si firma. Sono contento se qualcuno per qualche motivo leggendo questa roba si fa una risata, o solo un sorriso, o trova un qualunque spuntino per una qualunque riflessione, o comunque si diverte, nel senso più ampio del termine; mi vanno bene anche le critiche, ci mancherebbe; ma se permettete non ho voglia di essere continuamente pubblicamente insultato con o senza ragione, né di dover sempre puntualizzare che certe storielle sul mio conto, per quanto gustose e magari verosimili e al limite anche vere (ma in genere no), non devono necessariamente essere raccontate al mondo. Tutti fanno qualche cazzata, tutti hanno qualche difetto, in sintesi tutti hanno i cazzi propri, e credo che a nessuno piaccia vederli pubblicati (magari dopo un'opportuna elaborazione) sotto al proprio nome e cognome, tanto più se da qualche anonimo. E soprattutto, scusate ma bestemmie sul blog non ne voglio. Se mi ingabbiano dev'essere per un motivo migliore.
Di conseguenza vi comunico che, siccome non ho modo, tempo né voglia di controllare immediatamente i commenti, a malincuore ho attivato la moderazione. Se vi va continuate a passare di qua, a leggere, a scrivere e tutto, come sempre o di più. Se no, credetemi, mi dispiace.

Le sbronze di MaryLo


Gilo che hai combinato che qui tutti ti odiano e ti vorrebbero vedere coperto da un mucchio di letame? A Capodanno hai proprio rotto il cazzo, eh?
Il commento "si lasciò dilatare dagli invasori" l'ho scritta io :), è fuori di testa, lo so, ma mi sembrava probabile dato che sei il nostro eroe! :)


Che avrai mai fatto? Forse quello raffigurato in foto?
Ti sarai ubriacato fino a vomitare l'anima?
Suvvia chi non l'ha mai fatto?

La prima volta che ho bevuto un po' di più del normale avevo 16 anni ed era la prima volta che uscivo vestita un po' succinta, truccata a battona, in vena di cuccare. I miei fecero il terzo grado all'autista della macchina su cui sarei salita, gli ricordarono i morti sulle autostrade, la mia virginea spiritualità quando io, in realtà, avevo l'ormone a mille; che se mi fosse successo qualcosa lo avrebbero recuperato, gli avrebbero tagliato i testicoli e se li sarebbero ingoiati. Manco era il mio fidanzato, manco l'ho più visto da quella volta. Eravamo un'allegra compagnia!
Ne avevo ben donde per ubriacarmi a mostro considerata la figura di merda! O nO?

Diciamo che quello fu l'inizio. Il peggio lo toccai poco dopo,a 17, quando decisi con un'amica e un amico di andare in discoteca direzione Parma e tornare a casa, sbronza, alle 6.30 del mattino. Mia mamma urlava, mi riempiva di insulti e mi reggeva la testa.

La terza e quarta sbronza sono dell'anno 2007, una al Planet a Sarzana dove c'è mancato poco che finissi al suolo e una, in Trentino a Varena, dove il lesbo è stato padrone assoluto.

Infine la quinta sbronza l'ho presa all'Ostras quest'estate dove, ahimè, ho fatto i gattini (espressione equivalente per aver vomitato soprattutto pezzi grandi di cibo non ancora digeriti bene)


Le mie sbronze sono eccezionali, regalo al pubblico momenti di ilarità fuori dal normale. Il mio lato folle esce fuori, violento e virulento. Fortunatamente non ho degli amici stronzi. Diciamo che hanno sempre tenuto il segreto (anche se tempo fa girava un video, dio...). So e mi auguro che quello che hanno visto lo porteranno fino alla tomba anche perchè custodisco i vostri segreti, badate bene, vi tengo per le palle! :)

Ed ora vi saluto che ho da fare e vi ricordo che bere fa male :)

Sempre love,
MaryLo

mercoledì 6 gennaio 2010

Ho visto un cesso.

Gente, l'ho visto. Esiste. Ne ho le prove. Cioè, le prove no, però insomma fidatevi, l'ho visto, esiste. D'altra parte non potrei mai arrivare a inventarmi una roba del genere se non l'avessero vista questi due occhi qua. Invece l'hanno vista. Vi racconto.
Eravamo in autostrada, stavamo andando in là, a un certo punto appare un autogrill, ci fermiamo, e già che ci sono vado al cesso. L'autogrill nel suo complesso era un comunissimo autogrill di periferia, normale, anzi tendente allo squallido. Niente di particolarmente moderno né artistico, tutt'altro. Ma sapete com'è, talvolta cose o persone a prima vista poco attraenti racchiudono invece inattese meraviglie, che svelano soltanto ai pochi eletti che sono in grado di coglierle. O, per dirla con parole altrui, le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. O almeno, al cinema a volte è così. Nella vita molto meno. E quello era solo un autogrill, e quello era solo un cesso di un autogrill. E invece no.
Già dall'esterno si intuiva che c'era qualcosa di speciale: un buttafuori che indirizza gli uomini nel cesso degli uomini e le donne nel cesso delle donne (a scanso di errori più o meno intenzionali) e li fa entrare solo quando i relativi cessi sono liberi non si vede spesso. Un cartello che dice qualcosa come "L'uso dei bagni è gratuito", e lo dice anche bello grande, neanche. Ma il meglio era all'interno. Proprio all'interno del cesso strettamente detto.
Il pavimento era costituito da una griglia di acciaio, sotto alla quale si vedeva una lastra di acciaio inclinata che raccoglieva eventuali schizzi vaganti convogliandoli verso un opportuno foro di scarico; in questo modo si impediva alle scarpe degli avventori di venire a contatto con sostanze immonde prodotte dagli utenti precedenti. Ma allora, perché mai farla dentro?, si sarebbe potuto chiedere qualcuno. Ma noi che siamo educati sappiamo che va fatta dentro comunque, perché sì, e quindi lo facciamo, o almeno facciamo del nostro meglio.
L'eterno dilemma della tavoletta del cesso (su o giù) era stato brillantemente risolto mediante un semplice ma geniale meccanismo: un apposito contrappeso faceva sì che la tavoletta stessa si trovasse normalmente in posizione verticale, ovvero alzata, mentre nell'eventualità che qualche utente si fosse dovuto sedere (anche solo per verificare la funzionalità del marchingegno) gli sarebbe bastato abbassarla e tenerla giù col peso del corpo. Al momento di alzarsi dopo aver concluso la propria opera, anche la tavoletta si sarebbe nuovamente alzata con lui.
Infine, proprio come ciliegina sulla torta, non mancava il sensore a infrarossi che azionava automaticamente lo sciacquone nel momento in cui il cliente, alleggerito e soddisfatto, si allontanava.
Il cesso definitivo, gente. E io l'ho visto.