sabato 25 ottobre 2008

I granturchi

Gran popolo, no, i turchi? Ma sì. Insomma, via, questi fumano come turchi, bestemmiano come turchi e tutto il resto, e detta così sembrano simpatici. Personalmente purtroppo non ho l'onore di conoscerne neanche uno, di turco, ma a occhio paiono proprio un popolo di un certo livello. Popolo di santi poeti e navigatori forse no, ma popolo di inventori sicuramente. Di inventori dotati di intelletto vasto e variegato. E le prove fioccano.
Per dire, pensate un po': i turchi, gli stessi turchi, hanno inventato sia il bagno turco che il cesso alla turca. A leggerli così, senza sapere di cosa si parla, "bagno turco" e "cesso alla turca" sembrerebbero sinonimi: e invece non solo non si tratta di variazioni sul tema, bensì (e da lì si vede il genio) sono due concetti che stanno proprio agli antipodi dell'idea stessa di bagno.
Non per fare il saccente, ma vi ricordo che questo è un bagno turco:

mentre questo è un cesso alla turca:

Vi rendete conto che queste due cose sono state progettate dalla stessa gente? A me sembra incredibile.
Ogni onore ai turchi.

lunedì 20 ottobre 2008

Un post sul treno

Questo, o miei cari lettori, potrà sembrarvi un post qualunque, un altro dei soliti post sul treno, ma non è così. Questo è speciale. Questo è un post sul treno proprio perché lo sto scrivendo sul treno, con la penna, su un pezzo di carta. Oddio, se lo state leggendo significa che l'ho trascritto [infatti, ndr], ma vi assicuro che ora lo sto scrivendo a mano. Sono in treno, ho le cuffie, seduta davanti a me c'è una tipa assolutamente non trascurabile, e io la guardo e scrivo questo post, e poi la guardo e poi scrivo questo post, a intervalli regolari.
Chissà, forse starà pensando che le sto scrivendo una lettera, una poesia, una canzone, o che le sto facendo un ritratto o chissà cosa. E si meriterebbe tutto ciò e molto altro, intendiamoci. E invece no, niente di tutto ciò e niente di molto altro. Sto solo scrivendo questo post.
Se la incontrate, fate un piacere a entrambi: non diteglielo. Grazie.

mercoledì 15 ottobre 2008

Fwd: Prugne

Ririceviamo e ripubblichiamo. Senza parole, stavolta.

---------- Forwarded message ----------
From: Uno che gradisce l'anonimato
Date: 2008/9/23
Subject: Prugne

Immagino tu sappia già cosa devi fare..
PS: al solito, gradisco l'anonimato.
E poi dì che non sono un amico

sabato 11 ottobre 2008

Fwd: Sincolpatia del porticismo

Riceviamo e pubblichiamo.
Poi voglio vedere se avete ancora il coraggio di dire che i miei post fanno schifo...

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: il mio ex collega Luca
Data: 11 ottobre 2008 13.37
Oggetto: Sincolpatia del porticismo

La sincolpatia può essere un argomento peripezievole, a men che l'attendente lettore faccia gruppo nella ristretta cerchia di illuminuomini e illuminonne con una preparazione inininindifferente sulla congiuntura politico-socio-amministrativo-culturale al magazzino generale della polonia del 23° secolo secondo la calenda ungarica. Tuttavia nella mia postizione di divulgante cercherò di rendervi partecipi, per quella che è una vera e propria rivoltazione tumultuosa storica.

Il magno Leboschius può essere considerato a tutti gli effetti un postcursore Dell realmisticismo e precursore del mouse sincolpatico, lo quale trova la sua magnifica attuatività nelle gesta scribacchiane del raffinato Scrauz. Il motivo del contendere risiedette nella crisi generale appiattente che percosse la nazione sotto la guida del tirannide Berlosk, nel mezzo della quale i citroiens pollaccheschi approntarono un ruzzolamento altrettanto generale di teste, compresa quella del leader odievole e degno-di-sdegno massimo. Soltanto i versi immantinenti che li sfracelleranno alli studenti lì per là domarino lo spirto guerrafondaio della ressa popolesca. Leboschius introdusse una stilosità scorrevolmente intricante che faceva un pochettino lo scozzamento con l'ingazzamento. IMHO esta scriva loca non null'altro pole esse se non il trailer della sincolpatia in quanto indubbiamente c'era già una gran dose di porticismo.

Alla fine Scrauz, dell' H di prima originario, ereditando con l'ultima domanda il montepremi, ci conficcò tra verso e strofa, cosiccome tra capo e collo, una'n'anafrassi che spezzando hadroni generò bosoni a sfare, e sicchè la folla delirante non potè che passare alla quiete dopo la tempesta, con buona pace della rete di massa e del potenziale di inflazione.

Che ne pensate?

domenica 5 ottobre 2008

Con la P maiuscola

Non ricordo la prima volta che vidi il mare. Ricordo però la prima volta che incontrai la Poesia. Quella con la P maiuscola. E come accade talvolta in questi casi, l'incontro fu fortuito, inatteso nei luoghi, nei tempi e nei modi, ma destinato a lasciare un segno profondo nella mia esistenza.
Ebbene, erano i primi anni '80, e fu allora che io entrai in contatto con la Poesia. Avvenne in televisione. Già. E non su blasonate reti nazionali, ma in una piccola emittente locale toscana. E non certo all'interno di un programma culturale (ce n'erano? chissà, può darsi), bensì in uno spot pubblicitario. Proprio così, la Poesia in uno spot. Il lampo di genio di un ignoto Poeta messo al servizio del commercio ma chiaramente riconoscibile, troppo grande per venir corrotto dal vile denaro.
Si trattava di un componimento brevissimo (credo si possa definire un distico o qualcosa del genere) ma di un'intensità mirabile. Ve lo riporto per intero, così capirete immediatamente:

Elettroforniture pisane:
Compri bene e più soldi ti rimane.

Vi rendete conto? Rileggetela qualche volta e poi, passata l'emozione, analizziamola con calma.
Il primo verso è interamente dedicato al committente, ché così ci si toglie il pensiero.
Il secondo verso parte piano, con due termini volutamente sciatti, colloquiali, appartenenti a un registro semantico decisamente popolare, ma riserva il botto per il finale: per la rima baciata con pisane il Poeta estrae dal cilindro nientepopodimenoché un e più soldi ti rimane. Questa è Poesia pura. Evidentissima infatti è la licenza poetica, che tra l'altro costituisce una figura retorica non delle più comuni, una sillessi o roba simile; ma qua la nomenclatura importa poco, quello che conta è la magia delle parole e il colpo di genio di chi le ha scelte, plasmate e disposte in maniera così splendidamente poetica.
Ah, la Poesia...

mercoledì 1 ottobre 2008

Roba da ventunesimo secolo

Stamattina ho scoperto una cosa, e data la mia proverbiale magnanimità ho deciso di mettervene al corrente. Sono graditi ringraziamenti.

Dunque.
Come ben saprete, per far partire un treno da una stazione il capotreno deve mostrare al macchinista una bandiera verde o (di notte) una luce verde; ciò non prima di aver ricevuto da tutti i conduttori un segnale di consenso, che, di notte, viene dato agitando orizzontalmente una luce bianca, come illustrato. D'altronde, in certe situazioni è necessario far fermare un treno in un certo punto non provvisto di segnali semaforici, e per farlo si espone una luce rossa.
Sono sistemi pratici, chiari, semplici, ma, diciamolo, un po' antiquati. Rudimentali. Le moderne tecnologie permetterebbero metodi di segnalamento ben più evoluti. Mi chiedevo il motivo per cui questi non venissero adottati, finché proprio stamattina ho scoperto con gioia che le gloriose Ferrovie sono più all'avanguardia di quanto immaginassi.
Da qualche tempo, infatti, a tutto il personale viaggiante (o quasi) è stato assegnato un palmare. Serve per controllare i biglietti emessi elettronicamente, per fornire ai viaggiatori tutte le informazioni su orari ed eventuali ritardi, cose del genere. Questo lo sapevo. Stamattina ho scoperto che non è tutto.
Qualche artista della programmazione ha infatti ideato un geniale software che permette di utilizzare il palmare anche per gestire le comunicazioni di cui sopra in maniera rispondente alle esigenze del trasporto moderno. Il software in questione permette infatti nientepopodimenoché di disegnare, sullo schermo del palmare, un cerchio verde, o bianco, o rosso. Così il ferroviere, anziché esporre un'antiquata lampadina colorata (roba del secolo scorso), espone un palmare con un cerchio colorato che simula la lampadina stessa. Avantissimo.