martedì 29 luglio 2008

Poteva essere serio

Stasera avrei voluto scrivere un post serio, per una volta. A dir la verità avevo anche cominciato a buttarlo giù, poi ho cancellato tutto: non sono neanche tutti fatti miei, figuriamoci vostri.
E' che, sapete, sono successe diverse cose, negli ultimi tempi. Non a me, almeno non direttamente, almeno non ancora. A gente che mi sta intorno. Non è morto nessuno, come si dice in questi casi, però non è che il pensiero che c'è chi sta peggio debba essere sempre necessariamente una consolazione.
Ma insomma, cos'è successo?
Per sommi capi, e in ordine rigorosamente cronologico: una persona che conosco da un po' ha avuto qualche problema affettivo, un'altra persona che conosco (certo non da una vita ma la conosco, e in ogni caso una persona, comunque la si tratti) ha avuto qualche problema lavorativo, e un'altra persona che ho la fortuna di conoscere ha avuto qualche problema, diciamo, sociale. E io, in tutto ciò? Io niente, solita roba, continuo a fare le mie solite cazzate e tra una e l'altra vado avanti, ma non sono sicuro che niente nuove siano sempre buone nuove. Per un po' forse, ma dopo ci si stufa. E per dirla tutta c'è anche la possibilità che tra un po' le nuove arriveranno e che dopo si rimpiangerà quando non c'erano.
Tutto ciò per dire cosa? Che questo poteva essere un post serio. Ma non lo è. E' solo un altro post brutto. Peccato. Sarà per la prossima volta, forse.

sabato 26 luglio 2008

Si fa presto a dire Corso.

Lungi da me fare pubblicità, tanto più se occulta. Però - tutti lo sanno - c'è una Antica Gelateria che prende il nome da un non meglio precisato Corso. E si tratta di una Gelateria piuttosto famosa. Sicché immagino che l'ignoto Corso da cui essa prende il nome potrebbe avere buoni motivi per vantarsi di essere proprio lui a dare il nome a cotanta Gelateria. Si dovrebbe perciò chiamare almeno almeno Corso dell'Antica Gelateria. Ma allora la Gelateria, per dimostrare la sua gratitudine, il suo attaccamento al luogo e il suo radicamento nel tessuto sociale, dovrebbe quanto meno precisare che il Corso a cui fa riferimento è proprio quello e non uno a caso: dovrebbe dunque chiamarsi Antica Gelateria del Corso dell'Antica Gelateria. Per riflettere fedelmente l'avvenuta variazione nella ragione sociale della Gelateria, il Corso dovrebbe quindi essere denominato Corso dell'Antica Gelateria del Corso dell'Antica Gelateria. E così via.
No, non se ne esce.

domenica 20 luglio 2008

Istigazione alla rivolta? forse

Leggevo qualche tempo fa la storia di questa tizia francese laureata in lettere che si è ritrovata a fare la cassiera in un supermercato, e su questo lavoro ha scritto prima un blog e poi un libro, nei quali racconta quello che si vede stando dall'altra parte della cassa e soffermandosi in particolare sulla mancanza di rapporti umani, sulla maleducazione dei clienti, e insomma sulle piccole e grandi frustrazioni quotidiane connesse al lavoro di cassiera. Che in effetti - a occhio - non dev'essere un gran lavoro. In tutto il giorno non fai che sollevare roba da una parte e rimetterla giù dall'altra, sentire dei bip, dire quant'è, contare i soldi, grazie arrivederci; la gente poi ti odia, ti considera meno dell'ultima ruota del carrello e appena può tenta di fregarti; e insomma non dev'essere proprio il massimo.
Però qualcosa si può fare, forse. Anzi, si deve poter fare. In qualche modo le condizioni di vita e di lavoro delle cassiere devono poter migliorare, accidenti.
Senza troppa fantasia, mi permetto quindi di avanzare una proposta:

lo sciopero delle cassiere.
Certo non "sciopero" nel senso di lasciar chiusa la cassa, quello no: penso a uno sciopero sullo stile di quello dei casellanti, piuttosto. Che al momento è uno dei pochi scioperi che fanno felici gli utenti. Uno sciopero dello stesso tipo, fatto dalle cassiere, significherebbe far passare liberamente la gente dalla cassa senza sollevare roba, senza sentire bip, senza dire quant'è e soprattutto senza sporcarsi le mani col vile denaro. Sono convinto che in questo modo la categoria sociale delle cassiere acquisterebbe in un colpo solo una sconfinata stima da parte della gentile clientela e un potere contrattuale notevole nei confronti dei padroni.
In fondo, lo dico per loro.

mercoledì 16 luglio 2008

Un post di classe (seconda)

Un biglietto di sola andata in seconda classe da Sarzana a Genova (per dire una destinazione a caso), con un comune treno regionale, costa 6 euro e 90. Per lo stesso viaggio con lo stesso treno, in prima classe, si spendono 10 euro e 40.
Non è mica una differenza da poco, caspita, è più del 50% in più!
E le differenze nel servizio offerto quali sono? Sì, è vero, i seggiolini sono un po' più comodi, e magari il livello sociale dei compagni di carrozza è un po' più elevato (che poi questo costituisca un reale vantaggio è tutto da vedere), ma non credo che ciò sia sufficiente a giustificare una tale sproporzione nella tariffa. Il tempo di percorrenza, che è la cosa che più conta, è esattamente lo stesso. Spaccato. Al secondo, proprio. Controllate l'orario, se non ci credete. E anche se il treno è in ritardo, lo è tutto, prima e seconda classe insieme.
Tutto molto comunista, forse, ma mica giustissimo. Se l'utente paga un prezzo superiore è ragionevole che gli venga fornito un servizio commisurato al maggior esborso. La prima classe dovrebbe essere prima, come dice il nome. Arrivare prima, proprio. Staccarsi dal resto del treno e andare avanti. E arrivare a destinazione prima della seconda. O quanto meno provarci. Poi, se il treno era fermo perché davanti ne stava arrivando un altro, pazienza. L'importante è averci provato.

domenica 13 luglio 2008

Un Vitello in meno

Mi sa che il contenuto di questo post non sarà di alcun interesse per il 98% dei lettori del blog. Di conseguenza si colloca al di sopra del livello medio di interesse di ben 2 punti percentuali. Mi accingo perciò a scriverlo con particolare cura.

Niente, è successo che il mio ormai ex collega soprannominato Vito Vitello, mio vicino di scrivania negli ultimi 6 mesi, che aveva iniziato a lavorare lì proprio insieme a me, venerdì ha rassegnato le dimissioni e domani inizia da un'altra parte. E ieri sera, fortunatamente in collaborazione con la sua ragazza, ha offerto una cena ai suoi ex colleghi più cari. Una cena di un certo livello, bisogna dirlo, nonostante alcune assenze di un certo livello.
Per la cronaca, vi riporto il menù:

  • Aperitivo a base di melone, banana e spumante (migliore di quanto sembra);
  • Bruschette con mistura di salsiccia e stracchino;
  • Focaccia ripiena di formaggio, prosciutto e insalata;
  • Ulteriore focaccia ripiena di formaggio, pomodorini, melanzane e non so cos'altro;
  • Pasta al forno con carne dentro e peperoni e panna fuori;
  • Arrosto di porco al latte coi funghi;
  • Insalata con formaggio, pancetta e qualche foglia di insalata qua e là;
  • Tiramisù della casa con scaglie di cioccolato;
  • Vini rossi da tutta Italia nonché dal Regno delle Due Sicilie;
  • Eccellente liquorino artigianale all'amarena, altro alla liquirizia, e vodkina.

Il tutto in quantità sufficienti a sfamare i presenti, i paccatori e 2 o 3 tribù subsahariane.
Capirete che non potevo esimermi dal ringraziare pubblicamente il Vitello (e la consorte) per una tale e tanta cena. Certo, finché è stato mio collega non mi ha risparmiato vessazioni psicofisiche, furti di cibarie e di cancelleria, calunnie, delazioni e commenti diffamanti su questo e altri blog, ma ieri sera si è rifatto. Oddio, sì, poteva anche cominciare prima, ma meglio tardi che mai, no?
E allora, come si confà a un vero Vitello degno di questo nome, in bocca al lupo!

giovedì 10 luglio 2008

Gilo di boa

E così, tra una storia e l'altra, questo blog è aperto già da un anno. Ebbene sì, proprio oggi è un anno giusto giusto. Forse sarebbe stato il caso di preparare un post speciale per festeggiare la ricorrenza, avrei dovuto mettermi lì d'impegno e scrivere qualcosa di veramente memorabile, se solo me ne fossi ricordato prima. E invece no.
Però non si può neanche far finta di niente, via. Tipicamente dopo un anno è tempo di bilanci, talvolta anche seri. E potrei mettermi a farne qualcuno anch'io, volendo. Ma certo non qua.
Qua posso solo notare quante ne ho scritte, di cazzate, in un anno. Per tutte ricordiamo la prima, già carica di significato e premonitrice dell'eccelso livello culturale che avrebbe caratterizzato quasi tutta la produzione successiva.
E ricordiamo tutti i commenti che ho ricevuto, tutti, quelli stupidi e quelli di più.
Che bello.
Ricordiamo.
Fatto?
Ricordato?
Ok, ora a lavorare.

domenica 6 luglio 2008

Poteva essere arte

Ieri mattina, di buon'ora, due solerti operai del comune si sono recati sotto casa mia per ripristinare le righe che delimitano i parcheggi, giacché quelle preesistenti erano state cancellate da un'asfaltatura.
Osservando il risultato del loro lavoro, non ho potuto fare a meno di compiacermi nel constatare che l'Arte era alfine giunta fin sotto casa mia, e si manifestava inaspettatamente attraverso una serie di righe bianche di un parcheggio intervallate dallo spazio per un passaggio pedonale, un tema indubbiamente assai banale se non fosse stato affrontato con tutto il genio che si può notare dalla foto che ho prontamente scattato:
Sfortunatamente però, come spesso accade in casi del genere, qualcuno che non capisce (e quindi non sopporta) l'Arte, qualche ottuso burocrate, qualche bieco rappresentante del Sistema, inorridito da una tale manifestazione di genio è prontamente giunto a rimettere ordine (il suo ordine) nelle cose:
E così adesso io, la mia città e il mio pianeta ci ritroviamo con un banalissimo parcheggio in più, un parcheggio come milioni di parcheggi, e con un'opera d'arte unica al mondo in meno. Peccato. Ma è stato bello crederci.

mercoledì 2 luglio 2008

Apandaperta

Come forse alcuni di voi ricorderanno, qualche tempo fa il mio fedele Pandino (che vediamo qui ritratto al culmine di una delle sue mille eroiche imprese) era stato oggetto di un ignobile tentativo di furto perpetrato da spregevoli criminali, che ovviamente erano stati abbondantemente ma evidentemente non sufficientemente maledetti in un apposito post.
Ebbene, questa mattina, accingendomi come ogni santa mattina feriale a mettermi al volante del mezzo in questione, ho trovato la portiera sinistra aperta. Ma proprio aperta. E anche la destra aveva il pirulino della sicura (si noti il tecnicismo) alzato. All'interno, quel poco che c'era da aprire o spostare era stato spostato o aperto. Per farla breve, i soliti rottinculo ignoti dopo aver frugato in ogni dove hanno rubato quanto segue:
  • Un pacchetto di fazzoletti;
  • Una moneta da 1 euro;
  • Una moneta da 500 lire.

Ora, ditemi voi se si può sprecare un post per della gente che scassina una Panda per rubare 500 lire. C'è poco da dire, questi non meritano un post, questi devono solo iniziare in fretta a morire con dolore, per proseguire poi con la massima calma ma senza alcun ripensamento. E basta.