E' Natale
Auguri.
Non c'è che dire, al mondo ci sono degli artisti. Artisti veri, spesso misconosciuti, che operano nell'anonimato per rendere più attraenti le nostre città e, in ultima analisi, migliori le nostre vite. Questo post vuole essere anche un minuscolo riconoscimento per tutti loro, e per una categoria in particolare: quelli che progettano le insegne delle farmacie.
Non si fa pipì nel lavandino. Lo sanno tutti. Non sta bene. Si fa nel water, è noto, al massimo ne andrà fuori un po', pazienza, ma nel lavandino no. Non si discute. No. Punto.
Però, dico io, cari amici produttori di lavandini, perché li fate proprio di quell'altezza lì? Basterebbe alzare il bordo di 10 o 15 centimetri per non indurre noi utenti in tentazione. E invece no: li fate alti il giusto, larghi quel tanto che basta a scongiurare rischi di esondazioni, praticamente perfetti. Certo, noi utenti siamo educati e ci guardiamo bene dal fare un uso improprio dei vostri prodotti, ma basterebbe tanto poco per evitarci anche il minimo dubbio...
O no?
Avete presente il treno? Ma sì, dai, un treno qualunque. Se no va bene anche una metropolitana, un tram, una corriera, quello che vi pare. Insomma, prendete un mezzo di trasporto terrestre con vari finestrini apribili. Aprite i finestrini. Attendete che il mezzo di trasporto si muova. Ed ecco, dai finestrini entra aria.
Chiaro.
Ora però, prima che la vecchia seduta là in fondo inizi a inveire, pensateci un attimo: entra aria. Da tutti i finestrini. Proprio tutti. Anche dall'ultimo. Non è che da uno entra e da quello dopo esce, no, entra sempre. Entra anche se c'è un solo finestrino aperto. E il treno (o quel che è) in fondo è chiuso, non è mica aperto. E nell'ultima carrozza non c'è mica un serbatoio grande grande dove mettere tutta l'aria che si imbarca durante il viaggio. Ma da qualche parte deve pur uscire, tutta quell'aria. E' tanta, mica è una puzzetta e via.
E allora?
Ci dev'essere da qualche parte su ogni treno una specie di buco nero, impercettibile ai nostri sensi, che non rispetta le leggi della fisica classica e da cui l'aria esce anziché entrare. Un antifinestrino, fatto di antimateria. Di antivetro, di antiacciaio, di antilercio e di anti-tutto ciò di cui è fatto un finestrino di un treno.
E' necessario postularne l'esistenza per poter spiegare un fenomeno così comune ma così assurdo come l'ingresso dell'aria da tutti i finestrini contemporaneamente. Se ne potrebbero anche definire alcune caratteristiche, ma questo compito esula ampiamente dalle mie capacità. Posso solo buttar lì qualche spunto di ricerca.
Sarà pericoloso non sporgersi?
Sarà vietato ricevere oggetti?
Ma soprattutto, si laverà con la pelle di antidaino o di antilope?
Ai posteri.
Su taluni treni, per la precisione quelli coi finestrini sigillati, i nostri amici delle Ferrovie dello Stato hanno messo dei martelli rossi, di metallo, così da permettere ai passeggeri di rompere il vetro in caso di emergenza.
E' cosa buona e giusta.
Mi permetterei però di suggerire l'installazione di un ulteriore accessorio che potrebbe portare a un sensibile miglioramento non tanto dei livelli di sicurezza quanto delle condizioni di vita a bordo.Bisognerebbe dotare ogni carrozza di un comunissimo badile, magari posizionato accanto al martello di cui sopra, in modo da consentire ai passeggeri (sempre solo in caso di necessità, sia chiaro) di prendere a badilate individui come l'insopportabile tipo che mi si è seduto davanti stasera.