sabato 19 giugno 2010

Quelli che il treno - XVI

Quelli che la mattina presto, ma presto presto, all'ora che certa gente è appena andata a dormire, salgono sul treno, si siedono verso il centro della carrozza (intorno alla sesta fila, in genere), e appena chiuse le porte tirano fuori dalla borsa il loro bravo lettore MP3, s'infilano le cuffiette, e iniziano a spararsi nei timpani e diffondere nella carrozza quella loro sottospecie di pseudomusica, amplificata e distorta dalla cassa di risonanza costituita dalla loro cavità cranica, convinti forse, per qualche insondabile ragione, che anche tutto il resto del convoglio e del genere umano debba per forza apprezzare, soprattutto nel bel mezzo del naturale abbiocco di quell'infausta ora antelucana, quella musica finto rock italiana (come avrebbe potuto dire quello) o quella specie di metal leggero, classico, totalmente fuori moda, o comunque quel tun tun ciak monotono e molesto che emanano. In poche parole: quelli come me.

3 commenti:

Bongio ha detto...

Ahahah! La chiusura finale con inversione del ruolo è spettacolare. (Quello là di cose ne ha dette anche molte altre, anche se dubito sia lui a passare fra un tu-tunz e l'altro, nelle suddette teste. Pazienza).

Anonimo ha detto...

cup de teatre finale!
ole'!

asintoto ha detto...

Finora non commentavo ma mi limitavo a ridermela fra me e me, da pendolare vissuta. Però l'iinversione del ruolo (che a me un nome così colto non mi sarebbe venuto) è la ciliegina. Perchè altrimenti rischiavi quasi di passare per antipatico intransigente più di tutti i tipi descritti, invece l'umiltà rafforza il tutto.