domenica 11 luglio 2010

Sulla carta (stampata)

Perché magari non ci si pensa, ma il consumatore in realtà potrebbe essere più avanti di quanto lo si ritenga. Tutti lo prendono per scemo, il consumatore, e spesso hanno pienamente ragione, ma mica sempre.
Per dire, a me ogni tanto capita di leggere un giornale. Un quotidiano, intendo. Ad alcuni capita, oltre che di leggerlo, anche di comprarlo. Costa circa un euro, un quotidiano, e tutto sommato penso che sia un prezzo onesto. Però penso anche che, se mai mi dovesse capitare di comprare regolarmente il giornale, potrei anche essere disposto a pagare un piccolo supplemento pur di avere l'optional di un paio di punti (o graffette o spille che dir si voglia), e soprattutto pur di evitare la maledizione degli articoli che cominciano in prima pagina e finiscono chissà dove, e di quelli che vanno in parallelo l'uno con l'altro. E penso che potrei non essere nemmeno l'unico. In certi giorni ci sono una decina di articoli totalmente incorrelati tra loro che iniziano tutti sulla prima pagina e poi proseguono dove capita, sparsi in mezzo ad altri articoli più fortunati di loro, talmente fortunati da avere un inizio e una fine sulla stessa pagina. Per di più alcuni di questi articoli sono commenti a notizie di cui si parlerà diffusamente all'interno del giornale, e farli iniziare sulla prima pagina significa costringerti a leggere prima il commento e poi la notizia, che non sempre è piacevole. Infine, dover saltellare avanti e indietro per il giornale a cercare le continuazioni dei vari articoli favorisce lo scompiglio dei vari fogli che lo costituiscono, l'aumento esponenziale dell'entropia dell'universo, eccetera.
Lo stesso dicasi per i malaugurati casi, invero più frequenti sui periodici, in cui un articolo inizia in una pagina dove ce n'è già un altro non concluso. Tutti e due proseguono poi alla pagina seguente, e tu che ne stai leggendo uno devi ricordarti, quando l'hai finito, di tornare indietro e iniziare l'altro. E l'entropia dell'universo di cui sopra schizza verso livelli indecenti senza alcun motivo pratico.
E qui si arriva allo spunto del primo punto: i punti, appunto.
Ehm, scusate.
Dicevo: i punti. Capisco che il prezzo dell'acciaio sia notevole, capisco che per pinzare un giornale si dovrebbe introdurre un nuovo macchinario e una nuova fase di lavorazione, capisco tutto. Ma non mi si venga a raccontare che nel duemila e rotti non si riesce a trovare un modo per dare a un quotidiano una parvenza di rilegatura. Una pinzatrice, due punti, niente di più. Come in ogni rivistaccia da parrucchiera, meno che in molti volantini di discount di periferia dove c'è addirittura il lusso di un filo di colla. Si eviterebbe di tirar giù dal Paradiso una buona percentuale dei santi che lo abitano ogniqualvolta si tenta di voltar pagina controvento, e di spargere fogli di giornale per il mondo. L'utente potrebbe apprezzare il servizio, e magari persino pagarlo. Io apprezzerei. Pensateci, cari amici editori.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' impressionante vedere come ogni volta che mi metto a leggere il tuo blog mi si stampa sul viso un espressione sorridente ( e direi anche faccia da ebete)... non è da tutti sorridere davanti ad un pc!
Non oso immaginare cosa può pensare la gente che ogni tanto mi passa davanti e mi vede..probabilmente anche loro invocheranno il Nostro amato (oddio..il mio non tanto) Signore.. "Oh Signore..ma questa che sta a fa???"
concordo con ciò che hai scritto ma ora...con i lumi di luna che ci sono adesso.. "silenzio stampa e legge bavaglio" non puoi chiedere che siano persino fermati i fogli di giornale..
Speriamo semmai che i fogli continuino a svolazzare e a far scendere qualche santo dal Paradiso..ciò significherebbe..o almeno lo spero,che ancora qualche notizia IMPORTANE la stampa riesce ancora a darla!
Un Abbraccio toscano...
Erika