martedì 25 gennaio 2011

Del bello

Stavo pensando - capita sovente - a quella ragazza là. È la ragazza di un altro, come è ovvio e forse giusto che sia; e però ho avuto se non altro la fortuna di conoscerla, di vederla nelle 4 dimensioni (x, y, z, t), e mi sono reso conto subito, e lo confermo tuttora, che (prescindendo da ogni valutazione che non sia prettamente estetica) quella è senza dubbio la ragazza (e quindi la persona) più bella che abbia mai conosciuto. Dico "conosciuto" e non "visto" perché vederne, forse, ne ho viste di addirittura più belle; di sicuro però quelle le ho viste sempre solo nelle dimensioni (x, y) o al più (x, y, t), e quindi vai a sapere se esistono davvero, e se davvero sono così come le ritraggono e ce le presentano, o se è tutto un tarocco: questa invece, cavolo, è vera.
E - pensavo - probabilmente lo stesso vale anche per lei. Cioè, a occhio lei con ogni probabilità sarà anche la ragazza (e quindi la persona) più bella che lei stessa conosca. Ma - pensavo - chissà se se ne rende conto, e chissà come la vede. Chissà com'è, uscendo dalla doccia, guardarsi allo specchio e rendersi conto che con ogni probabilità non si vedrà mai (meglio: non si toccherà mai) un essere umano più bello di quello che si ha riflesso lì davanti a sé.
E pensavo che però poi, certo, la possibilità che non sia così c'è sempre, per me ma anche per lei. Che noi in effetti, com'è noto, diciamo che una cosa è bella solo perché non ne conosciamo di molto più belle. Anche per gli elementi della natura, un albero, un airone sopra il fiume, un tramonto, un particolare paesaggio: chissà, magari su qualche altro pianeta di qualche altra galassia ce ne sono di tali che i nostri, a confronto, ci fanno tutti la figura di parcheggi di centri commerciali la mattina di Natale. Ma non conoscendoli prendiamo come paragone un valore medio e riconosciamo che quelli si collocano sopra, e allora li definiamo belli, o di più. Chiaro.
E così per le creazioni dell'uomo: una macchina, una chiesa, una statua, un quadro, una poesia, una canzone.
Qua però il discorso si può anche ampliare, perché si può individuare con relativa facilità il creatore del cosiddetto capolavoro: ebbene, chissà se se n'è accorto. Chissà se, un attimo dopo aver finito di scrivere Imagine, o Stairway to Heaven, o Smells Like Teen Spirit (per dirne tre a caso), ci si rende conto subito di aver scritto quello che si è scritto, o se te lo deve dire qualcun altro. E soprattutto, chissà che cosa si prova nel rendersi conto che con ogni probabilità, per quanto ci si sforzi, per quanto si possano ancora buttar giù cose più che discrete, non si creerà mai niente di più bello di quello che si ha lì sotto gli occhi. Di certo questa sensazione, scrivendo questo post, non la sto provando. Chissà perché.

1 commento:

avvelenato ha detto...

E una fotina, anche piccina piccina picciò, della suddetta meravigliosacreatura?

Comunque son d'accordo. In generale.