domenica 8 maggio 2011

Vita vissuta

[questo post è troppo lungo, è vero, ma non avevo tempo di scriverlo più corto]
Ho installato l'accendisigari nella Panda, l'altro giorno. Ci ho messo una mattinata intera. Ho fatto anche un lavoro tutto sommato decente, considerando che gli strumenti a disposizione non erano pienamente idonei e che non avevo, prima, alcuna esperienza di installazione accendisigari su Pande. E perciò ve lo racconto. E se non ve ne frega niente, ve lo racconto lo stesso.
Ebbene, per prima cosa ho dovuto stabilire quale fosse la dislocazione più appropriata. La scelta è caduta su quel pezzetto di plastica con un angolo stondato che sta all'estremità superiore destra del cruscotto, accanto ai pulsanti, sopra la bocchetta. Ma come sarà ancorata quella placchetta di plastica al resto della plancia, pensavo, e come occorrerà agire per rimuoverla correttamente? Dopo qualche sommaria ispezione, ho optato per il sempre valido vecchio metodo del colpo secco. E la placchetta s'è staccata, permettendomi di scoprire che era incastrata per mezzo di tre linguette di plastica. Era. Ora, due.
Successivamente ho dovuto escogitare un modo per fornire l'alimentazione elettrica a quell'accendisigari. Svanito il sogno di trovare due bei cavi ad attendermi proprio lì sotto la placchetta, e dopo aver compulsato il manuale di uso e manutenzione che forniva, al paragrafo "Autoradio", indicazioni platealmente fuorvianti, ho rimosso senza particolari difficoltà l'intera parte anteriore del cruscotto, scoprendo al di sotto di essa, con sollievo, l'esistenza di una provvidenziale matassina di cavi predisposti dal saggio progettista della Panda al fine di agevolare chi volesse installare su di essa autoradio o componenti assimilabili. Rimossa la gommapiuma che li avvolgeva (che, sì, forse serviva a ridurre le vibrazioni, ma via, la gommapiuma è roba da femminucce, e noi siamo uomini veri, si sa), ho adocchiato due cavi che, dalla faccia, davano l'idea di essere proprio quelli dell'alimentazione, e con abile mossa li ho fatti arrivare fino all'alloggiamento previsto.
Fin qua tutto facile. Ma ora si trattava di forare la placchetta di plastica, rimossa in precedenza, cosicché potesse fungere da alloggiamento per l'ormai famoso accendisigari. Con un apposito trapano l'operazione sarebbe stata assai più semplice, ma tra la volontà di evitare di evitare di impiastrare di plastica fusa la punta del trapano, e tra quel minimo di sano disprezzo per le cose troppo facili, ho scelto un'altra strada. Strada lastricata di: pezzi di ferro arroventati sul fornello della cucina - seghetti palesemente progettati per altri scopi e comunque reduci da mille battaglie perse - pezzi di carta vetrata ma più carta che vetrata - lime di foggia e dimensione adatta più alle sbarre di un carcere di massima sicurezza che a ogni altro scopo - alla fine, nella disperazione, anche viti autofilettanti - e molto, molto sudore. Ché tra l'altro quella placchetta di plastica lì dovrebbe essere, ho scoperto, il componente più robusto di tutta la Panda, quello progettato per resistere a qualunque cataclisma e per testimoniare nei secoli dei secoli, agli archeologi di civiltà future che vi s'imbatteranno, l'esistenza di un prodigio della meccanica del XX secolo chiamato Panda. Come che sia, dopo ore di cruente lotte senza esclusione di colpi da ambo le parti, la placchetta è stata violata con un foro di forma molto approssimativamente circolare, e l'accendisigari ha potuto trovare la debita collocazione.
Ultimo ma non meno importante problema: i cablaggi. Due linguette metalliche sull'accendisigari, una collegata alla parte esterna, una al pippolino centrale in fondo (scusate la terminologia tecnica). Due cavi provenienti dal quadro elettrico della Panda, uno nero e uno rosso. Chi sarà cosa? Chi andrà collegato dove? 50% esatto di probabilità di sbagliare. E allora, quand'è così, si va a intuito. A occhio, il pippolino centrale dà l'idea di "+", e la parte esterna di "-". Allo stesso modo, il cavo nero sa di "-", quello rosso di "+". Ché qua bisogna entrare nella psicologia perversa dei progettisti di accendisigari e dei redattori di cervellotici standard di codifica dei colori: un ginepraio. Incredibilmente, per una volta, mi è andata bene.
E sicché ho messo un po' di nastro isolante qua e là, che non guasta mai, ho rimontato a modino la plancia, e ora ho una Panda con un accendisigari. Che non è mica da tutti. Una roba prestigiosa. Quasi d'élite.
E ora lo sapete anche voi.

5 commenti:

asintoto ha detto...

...ma smettere di fumare? XD

scherzo, complimenti!

Unknown ha detto...

.......o tenere un accendino da 1euro sempre a disposizione, in macchina?

Alessandro Gilardi ha detto...

Urge precisazione. Sono un non-fumatore e comunque sarei un non-fumatore-in-Panda; l'accendisigari mi serve solo per dare un senso all'acquisto di un navigatoraccio preso usato qualche giorno fa, a prezzo di strozzo, da un mio esimio collega poco incline alla trattativa. Ho una Panda con un navigatore, sì.

menostress ha detto...

Gilo.. un post così non può non essere corredato da foto!!! provvedi, dai...

Anonimo ha detto...

Cazzo Sarza hai fatto progressi!