domenica 16 ottobre 2011

Rialfabetizzazione


So di non dirvi niente di nuovo se vi faccio notare che la disposizione dei tasti su una comune tastiera è la seguente:
Q W E R T Y U I O P
 A S D F G H J K L
  Z X C V B N M
E però, ne converrete, si tratta di una disposizione alquanto bizzarra e per nulla intuitiva. Certo, ormai tutti noi ci abbiamo fatto l'abitudine, e quindi ci sembra naturale che l'ordine dei tasti sia proprio questo, ma le prime volte che uno si trova ad avere a che fare con una tastiera l'individuazione e la memorizzazione delle posizioni di tutte le lettere sono operazioni niente affatto immediate.
Com'è noto, i tasti sono stati disposti in questo esatto modo per due motivi fondamentali: evitare che coppie di lettere utilizzate spesso consecutivamente fossero vicine, in modo da non far incastrare i martelletti delle macchine da scrivere, e d'altra parte far sì che coppie di lettere utilizzate spesso consecutivamente si trovassero una nella parte destra e una nella parte sinistra della tastiera, in modo da velocizzare la scrittura a due mani. Tutto ciò ha senso. Bene.
Ma indipendentemente da questa nota storica e dalla plausibilità delle motivazioni che hanno portato a disporre i tasti così, così sono e così ce li teniamo. È tardi per cambiare. Pensate un po' a quante tastiere e a quanti provetti dattilografi ci sono al mondo. No, non si può.
Però, pensate a come sarebbe più semplice l'uso della tastiera se i tasti fossero messi in ordine alfabetico. Un po' come i numeri su un telefono, che sono ordinati dall'1 al 9, mica messi giù a caso.
Ma, come abbiamo visto, cambiare l'ordine dei tasti introdurrebbe più problemi di quanti potrebbe risolverne, perché ormai la gente si è abituata così, e l'abitudine è una brutta roba, quando ci si mette.
La soluzione?
C'è.
Cambiare l'alfabeto.
Tanto, dico, che senso ha, che utilità pratica ha che l'ordine alfabetico sia proprio A, B, C, D, E eccetera? Sinceramente non mi viene in mente nessun motivo valido. E allora via, si cambia. Ci si mette d'accordo, e un bel giorno si rimette in ordine l'alfabeto. E così, come per magia, la disposizione dei tasti viene a coincidere con l'ordine alfabetico. I vocabolari si adegueranno, gli elenchi telefonici chi li usa più. E le nuove generazioni le si prende da piccole e si comincia a insegnargli, anziché l'ABC, il QWE: su, da bravo, bambino, Q, W, E, R, T, Y...
Allora, su, quando si comincia?

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