mercoledì 11 gennaio 2012

Tutu ven a tagiu, anke l'unza da mundar l'agiu


Perché non è mica che serve proprio tutto, eh. Cioè, non è che tutte le cose che esistono, che sono state inventate o realizzate, siano assolutamente indispensabili. Certo, ormai che ci sono ce le teniamo e se ci tornano utili le usiamo, ma molte se non ci fossero pazienza, se ne farebbe a meno e si andrebbe avanti inconsapevoli e quindi tranquilli.
Chiaro che questo discorso non vale per tutto: il fuoco, per esempio. Se a suo tempo non avessimo scoperto il fuoco, probabilmente saremmo ancora lì al freddo e al gelo in qualche antro buio e umido a menarci coi licaoni (e a buscarle) per accaparrarci qualche brandello di seconda scelta della carcassa putrescente di uno gnu morto di vecchiaia. Col fuoco no.
Ma di tante altre cose si potrebbe far senza senza troppi danni. E non mi riferisco solo ai più moderni e superflui ritrovati della tecnologia, ma anche a invenzioni, per così dire, di base.
La ruota, per dire. L'abbiamo inventata, è bella, è utile, e la usiamo. Ma non era mica obbligatoria. Tutti gli altri animali non ce l'hanno mica: eppure. Camminano, trottano, corrono, volano, nuotano, strisciano, saltano, nessuno usa ruote, eppure tutti vanno senza problemi per la loro strada. E così potevamo fare anche noi. Le automobili sarebbero forse state simili a grossi gusci dal sapore vagamente leonardesco dotati di enormi zampe connesse direttamente alle bielle, i treni avrebbero avuto l'aspetto di millepiedi giganti sballonzolanti, il Giro d'Italia lo si sarebbe corso a piedi (e in fondo sarebbe bastato aumentare leggermente le dosi di eritropoietina per mantenere invariata anche la media oraria), vasi e piatti sarebbero stati quadrati come nei ristoranti di grido: poco male.
Oppure, la scrittura. Sul tema non c'è bisogno di scomodare Platone o chi per esso, spero. Senza la scrittura, la cultura avrebbe continuato a essere tramandata oralmente e arricchita passaggio dopo passaggio, il riconoscimento automatico della voce avrebbe necessariamente fatto passi da gigante, le foreste pluviali tropicali, non essendo sussistito quasi alcun bisogno di carta che non fosse igienica, avrebbero continuato a crescere rigogliose, forme di comunicazione alternativa quali pittura, musica e gestualità avrebbero conosciuto sviluppi inimmaginabili e insomma non tutto il male sarebbe venuto per nuocere.
E invece, com'è come non è, esiste la ruota, e quindi il treno fila liscio, ed esiste la scrittura, e quindi in treno posso scrivere, e quindi quelle volte che, come oggi, prendo il treno posso scrivere post come questo, e quindi a voi vi tocca leggerli. Fatevene una ragione.

1 commento:

Bongio ha detto...

Ahahaha!! Come scrive il Gilo post inutili, non li scrive nessuno. Grande Gilo.