domenica 18 settembre 2016

Nuovi sintomi del declino della civiltà occidentale

Via, ve lo racconto anche a voi, che non abbiate a dire che vi trascuro. Niente, è successo che l'altro giorno sono andato a far la spesa, in un comunissimo supermercato di questa città qua. E, per inciso, qua non è Milano, che quella si sa che è un universo a parte: no, stiamo parlando di una città qualunque, anzi, di una non proprio famosa nel mondo per la ricercatezza degli usi e costumi degli abitanti. Ma tant'è. Ho fatto la mia spesa e stavo spingendo il mio carrello sulla strada del ritorno verso la mia Panda, quando ecco che ti vedo questo cartellone pubblicitario. Il quale pubblicizzava un servizio di onoranze funebri. Ma per animali domestici. Funerali per cani, sì. E infatti lo slogan era, cito testualmente, Il tuo fedele amico non è un rifiuto. Fai la scelta giusta! E a rendere il tutto ancor più persuasivo, tanto di foto palesemente photoshoppata di cane e gatto d'ordinanza che, in coro, con occhioni languidi e espressione visibilmente preoccupata per l'imminente inizio della loro vita ultraterrena, sembravano implorare Oh no, padroncino nostro adorato, non siamo rifiuti! Suvvia, fai la scelta giusta!
E insomma, a me questa cosa mi ha sconvolto. Perché lo so che agli animali ci si affeziona e che quando muoiono dispiace. E che la celebrazione dei defunti, di quelli che ci sono stati cari, è dall'alba dei tempi uno dei fondamenti dell'umanità. Ma con criterio, però. Non dico di buttarli diretti nel cassonetto dell'organico, i cani morti, ma una sana buca in giardino, come hanno sempre fatto tutti, mi sembra una soluzione più che accettabile. Perché, nonostante tutto e con tutto il rispetto, sono pur sempre bestie. E qualche differenza, bene o male, c'è. E invece no, ora ci vuole il funerale. Che poi, ma come funziona un funerale per animali domestici? Il prete, almeno quello, suppongo che non ci sia. E allora ci si ritroverà da qualche parte, qualcuno dirà quanto era buona quella bestiola, con quanta gioia scodinzolava sempre, o con quanta cura faceva le sue cose nella cassetta, e poi? Ci sarà anche la camera ardente, il corteo funebre e tutto? Non lo so, io non me ne capacito. Poi sarò io quello strano. Ma mi sa che c'è qualcosa che non quadra, qua. Perché se è vero come è vero che ognuno coi suoi soldi ci fa quello che gli pare, compreso il funerale al cane al gatto e se gli gira anche all'acciuga, è anche vero che la diffusione nella società di massa di comportamenti che già ai miei tempi sarebbero stati considerati assai bizzarri se non patologici è chiaro sintomo di una qualche patologia della società stessa. Perché il cane ce l'hanno sempre avuto tutti, in qualunque epoca e latitudine, ma nessuno mai gli ha fatto tutte 'ste menate. Qui non ci siamo, gente. Ma non ci siamo neanche vicini.

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