martedì 20 novembre 2012

Zaluti da Zarzana


No, io dico. Stai scrivendo un'enciclopedia. Decine di tomi. Migliaia di pagine. Milioni e milioni di parole. Un fottio di lettere. Che nel mucchio te ne scappi una sbagliata ci sta. È nella natura delle cose. Siamo umani, chi più chi meno. L'errore, uno ogni tot, è contemplato. Tra l'altro poi chissà in quanti oseranno mai compulsarla davvero, quell'enciclopedia, e quanti invece più saggiamente si limiteranno all'utilizzo di base a mo' di complemento d'arredo. E quindi, a maggior ragione.
Ma invece no. Devi scrivere una parola. Una. Tre sillabe. Sette lettere. Nessuna apparente difficoltà ortografica. Per di più sai che quella parola verrà scritta e letta per decine e decine di volte al giorno per anni e anni. Per ancora di più intorno a te svariati cartelli di dimensioni ragguardevoli contengono proprio quella parola che tu devi scrivere, proprio e solo quella. Dove ti giri ce n'è uno. Devi solo copiarla. Se poi rileggendo quello che hai scritto ti accorgi che non è corretto non c'è problema, puoi correggere, nessuno ti sgrida. È facile, dai. Concentrati. Solo un piccolo sforzo. Credici. Ce la puoi fare.

Non ce l'hai fatta.

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